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I Partigiani

Durante la guerra nella nostra zona non ci furono tanti bombardamenti o incursioni aeree, ma poiché abitavamo in campagna a circa due chilometri
dalla stazione ferroviaria di Forlimpopoli,ogni tanto avveniva qualche attacco alla stazione o a qualche treno che vi stazionava. Un giorno suonò l’allarme e subito dopo apparvero i caccia che cominciarono a mitragliare un treno che era fermo lungo i binari ma fuori dalla stazione, arrivò anche un bombardiere che sganciò un po’ di bombe . tutto avvenne in pochi minuti e sembrava che tutto si fosse risolto per il meglio, il treno non portava passeggeri , ma merci e le bombe erano cadute nei campi. Ma poco dopo si sparse una voce di tragedia:La casetta non c’è più! Si trattava di una piccola casetta , due stanze , un porcile per tenerci qualche animale, situata lontano da tutte le altre case in mezzo ai campi. A sentire questa notizia mia sorella corse al primo piano per guardare dalla finestra e purtroppo ci confermò la notizia. Una delle bombe sganciate dal bombardiere aveva colpito in pieno la casetta , al suo posto c’era un enorme buco. La casetta era abitata da tre persone: padre, madre  e bambino, erano molto poveri e si arrangiavano andando a casa dei contadini, ogni tanto venivano ad aiutare anche mio padre in cambio del pranzo e della cena. Subito si scoprì che la mamma col figlio era a casa di un contadino, ma del babbo non si aveva notizia. Allora le persone adulte cominciarono a correre verso la casetta e purtroppo la realtà era ancora peggiore, c’erano i corpi straziati di quattro persone , tre uomini e una donna. In quella casetta che era raggiungibile attraverso dei canali di scolo senza bisogno di passare per la strada si riunivano dei partigiani e la ragazza faceva la staffetta portando gli ordini da un covo all’altro. Finita la guerra un giorno si fermò una signora perché aveva un problema alla bicicletta. Durante la guerra la vedevamo spesso passare vestita di nero , il fazzoletto nero che le copriva il volto e un mazzo di fiori in mano, mentre mio padre le sistemava la bicicletta ci confidò che usava quel travestimento perché anche lei faceva la staffetta partigiana. Il 25 aprile giorno della liberazione è giusto ricordarsi di queste persone che silenziosamente hanno operato per darci la libertà.

LUIGI LOLLI

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