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Ultima notte coi tedeschi

Verso la fine di settembre del 1944 si fermarono a casa nostra due militari tedeschi,
occuparono una stanza della casa che era vuota e rimasero con noi fino all’ultima notte,
prima della loro partenza che avvenne ai primi di ottobre.
I due militari non erano giovani, anzi piuttosto anziani, parlavano bene la nostra lingua,
poiché erano in Italia fin dall’inizio dell’invasione tedesca. Io li seguivo ovunque dentro
la casa, tolleravano la mia presenza, anzi molte volte mi facevano anche giocare.
Intanto assistevamo al passaggio continuo di truppe tedesche e anche fasciste in ritirata,
passavano molti a piedi, con pochi camion e pochi mezzi blindati. I più avevano dei
carri o carretti trainati da cavalli, da vacche o da buoi molti dei quali lasciati nelle stalle
dei contadini per essere sostituiti con animali più freschi. A casa nostra lasciarono una
mucca che non stava più in piedi, ma si presero un bel vitello di circa tre quintali e ne
fecero tutte bistecche. Erano proprio ridotti male, non avevano niente da mangiare,
quindi razziavano nelle case tutto quello che trovavano. La presenza dei due tedeschi
nella nostra casa a volte ci ha salvato da certe situazioni alquanto difficili.
Eravamo ai primi di ottobre quando una sera uno dei militari tedeschi chiama mio
padre e gli comunica che durante la notte sarebbero andati via, perché il giorno dopo
sarebbero arrivate le truppe alleate. “Per voi la guerra è finita” queste furono le sue
testuali parole. Poi ci consigliò di uscire dalla casa perché da li a poco avrebbero
fatto saltare il ponte della strada che era molto vicino alla nostra casa. Allora mio
padre mi portò nel rifugio dove già stavano le mie due sorelle e mia madre.
Prima di mezzanotte sentimmo un grande boato, dopo un po’ mio padre stava per
uscire dal rifugio per andare a vedere in che condizioni si trovava la casa quando
sentimmo un altro boato più vicino a noi, i tedeschi avevano fatto saltare anche il
ponte che serviva per andare nel nostro campo. Fortunatamente la casa non era crollata
ma sul tetto c’erano molti coppi rotti e dato che pioveva spesso avevamo le stanze
piene di secchi per raccogliere l’acqua, ogni tanto si dovevano vuotare.
Il giorno dopo arrivarono le truppe alleate, ma questo ve lo racconto prossimamente.

LUIGI LOLLI

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