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Kurerom

Dopo che i tedeschi avevano fatto saltare  il ponte della strada e anche il
ponte del campo , se ne andarono . Verso la mattina lasciammo il rifugio
e rientrammo in casa. La casa non era crollata, ma il tetto in molti punti
era rotto e dato che pioveva dovemmo mettere dei secchi per raccogliere
l’acqua e ogni tanto era necessario andare a vuotarli. Mio padre andò
nella stalla per accudire alle vacche, mentre mia madre mungeva una
vacca per permetterci di fare colazione. Per la strada non passava nessuno,
tutti aspettavamo l’arrivo delle truppe alleate, ma c’era anche il timore
che qualche tedesco fosse di retroguardia. Verso mezzogiorno mio padre
attaccò uno straccio bianco sul palo di un pagliaio per segnalare agli alleati
che i tedeschi non c’erano più. Ma si fece sera e non arrivò nessuno.
La mattina ci alzammo per tempo, l’attesa era spasmodica : Prima o poi
arriveranno dicevamo fra noi. Mentre stavamo facendo colazione si
apre di colpo la porta ed entrano due soldatini molto piccoli di statura
uno chiede in perfetto italiano : ci sono tedeschi? Mentre l’altro apre
la porta che dà sulla scala e corre al piano superiore, io nel frattempo
mi avvicino al soldatino che aveva parlato, lui mi sorride e mi dice
io mi chiamo KUREROM , io gli rispondo “ GIGI” e fu così che ebbe
inizio un bel rapporto con questo soldatino appena ventenne che veniva
da molto lontano : dal NEPAL, che io non avevo la più pallida idea
in quale parte del mondo si trovasse. Intanto l’altro soldato era tornato
in cucina , non aveva trovato nessun tedesco, quindi ci salutarono per
andarsene, ma KUREROM tornò indietro e mi diede un pezzetto di
cioccolata. Due giorni dopo ritornò il soldatino, purtroppo i tedeschi
erano riusciti a bloccare l’avanzata degli alleati. Sapemmo poi dopo
che il fronte era fermo tra Faenza e Castelbolognese. KUREROM
aveva scelto di restare nella nostra casa e ci rimase per tutto l’inverno.
Era diventato il mio compagno di giochi, ma lui aspettava con ansia la
fine della guerra per tornare al suo paese, sposarsi e avere dei bambini.
Io spero che tu abbia potuto realizzare il suo sogno caro KUREROM.

LUIGI LOLLI

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