↑ Torna a Alcuni di noi

La vacca, il toro e l’inseminazione artificiale

Quando ero piccolo, figlio di contadini, mio padre faceva il possibile per insegnare a me e a mio fratello l’ arte per diventare dei buoni agricoltori. La sera,a tavola,(allora non c’era la televisione e noi non avevamo nemmeno la radio) , si parlava, a secondo del periodo, dei raccolti, delle semine, della luna buona, della luna cattiva, e si parlava di animali. Noi ne avevamo molti di animali. Avevamo sei vacche: le vacche erano molto importanti per noi. Servivano per i lavori nei campi, (allora non c’erano i trattori), poi le vacche figliavano una volta all’anno e quindi ci davano un vitello, e ci fornivano anche il latte. Dialogo fra mio padre e mio fratello, che essendo più grande di me era considerato il secondo uomo della famiglia. Mio padre: et vest che la Rachele la va a e tor!( Hai visto che la Rachele va al toro!(La Rachele non era una donna, ma una vacca. Tutte le vacche avevano un nome). Risposta di mio fratello: aio vest ad matena a la port da Caprel.(Ho visto domattina la porto da Caprel). Caprel era quello che aveva i tori. La mattina dopo mio fratello metteva la mordicchia alla Rachele e poi con la bicicletta da una mano e la corda della mordicchia dall’altra si avviava a piedi per andare da Caprel. Se non era periodo di scuola io lo seguivo. Arrivati alla casa di Caprel, questo ci faceva entrare nella stalla dei tori. Tutti i tori avevano davanti una tabella col nome, la data di nascita e il nome del padre. A questo punto mio fratello si accordava col padrone con quale toro far incontrare la Rachele, incontro al quale noi assistevamo. Poi tornavamo a casa, mentre la Rachele rimaneva, perchè l’accordo era che la vacca doveva incontrarsi col toro almeno tre volte, per essere abbastanza sicuri che rimanesse gravida. Dopo circa un mese se la Rachele non segnalava che voleva il toro, voleva dire che era gravida, altrimenti si ripeteva il tutto. Se anche questa volta non rimaneva gravida il suo destino era segnato: non rimaneva che il macello. Un giorno, mentre eravamo vicino al pozzo per bere e lavarci in attesa che la mamma pronunciasse la frase: e’ in tavola ( allora non c’era l’acqua in casa e tutti avevano il pozzo), si ferma un’auto e scende il veterinario. Mio padre lo saluta: ma dutor an l’ave miga ciamè,(ma dottore non l’abbiamo mica chiamato)! Il veterinario sorridendo risponde: lo so, ma mi sono fermato perchè ho una grande notizia da darvi. La scienza ha fatto una grande scoperta, una cosa veramente rivoluzionaria, riguarda le vacche, da adesso in poi quando avete una vacca che va al toro non portatela da Caprel, ma chiamate me, vengo io, ci penso io. A sentire ciò, noi tutti rimaniamo allibiti, mio padre strabuzza gli occhi, si gratta il mento e balbettando dice: ma, ma, ma dutor lo con la vaca, ma sum dis mai! (Ma, ma, ma dottore lei con la vacca, ma cosa mi dice mai)! Il veterinario scoppiando in una fragorosa risata risponde: Ma no, ma cosa avete capito, adesso vi spiego, e ci invita ad avvicinarci alla macchina, apre il baule e ci mostra un grosso contenitore pieno di ghiaccio, poi prende una piccola fiala : Vedete qui dentro c’e’ il seme del toro. Ma mio padre
molto scettico: a le’ detra uie e tor (li dentro c’e’ il toro)! No, risponde il veterinario, c’e’ il seme del toro. Mio padre: cum quel dal biedli( come il seme delle barbabietole)! Beh risponde il veterinario, tu pianti un seme e nasce una barbabietola, io semino questo nella vacca e fra nove mesi nasce un vitello. Mio padre cerca di resistere: Ma me coma faghi a sceiar e tor(ma io come faccio a scegliere il toro)! Ma e’ semplice vedi li ho messi separati, tu puoi scegliere tranquillamente, col vantaggio che non dovete piu’ spostare le vacche, e poi spenderete anche meno. Il veterinario sale in macchina e ci saluta, nel frattempo mia madre  ci aveva annunciato che la minestra era in tavola, mentre ci avviamo verso la cucina, mio padre non del tutto convinto continua a mormorare: Però la scieza, la scieza! E fu così che alle povere vacche fu tolta la soddisfazione di incontrare almeno una volta all’anno il toro. Povere vacche, povere vacche! Oggi, anno del Signore 2013, una donna va in un  posto chiamato: Banca del seme, compra un seme, fa l’inseminazione artificiale, e dopo nove mesi partorisce. Povere donne, povere donne, e poveri uomini!

LUIGI LOLLI

Permalink link a questo articolo: https://www.podistiavisforli.it/varie/alcuni-di-noi/la-vacca-il-toro-e-linseminazione-artificiale/