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Franz e il soldato buono

Signor direttore, nella primavera dell’ anno 1944, la mia famiglia si trovava in una situazione
molto difficile. Mio fratello, poiché non aveva aderito alla “Gioventù fascista”, era stato deportato
in Germania. Mio padre, che non era iscritto al partito fascista, era molto preoccupato. Quando
c’erano i rastrellamenti tutti gli uomini si nascondevano e i tedeschi erano sempre più arrabbiati.
Gridavano :dove essere uomini, dove essere capofamiglia? In casa eravamo tutti molto tristi e
preoccupati. Un giorno , mentre assieme ad altri bambini stavo osservando il passaggio di militari
tedeschi che invece dei camion avevano delle carrette trainate da due cavalli, uno di questi entra
nella nostra aia e ne scende un soldato alto e robusto che sorridendomi mi dice: io Franz e tu?
Poi senza aspettare risposta entra nella nostra stalla e visto che c’era il posto per due cavalli
incomincia a staccarli dalla carretta. Nel frattempo arriva mio padre dal campo, il tedesco col suo
italiano un po’ strascicato spiega a mio padre che ha ricevuto l’ordine di trovare una casa di
contadini per far mangiare i suoi cavalli e quindi lui ha deciso di fermarsi qui. Ma tutto questo lo
dice non con cattiveria, ma con gentilezza quasi a volersi scusare, poi visto che vicino alla
stalla c’era un mucchio d’erba che mio padre aveva preparato per le nostre vacche, lui da’ da
mangiare ai cavalli , chiede sempre gentilmente se abbiamo una bicicletta perché deve recarsi al
comando della compagnia per comunicare di aver trovato la sistemazione. La mattina dopo Franz
chiede a mio padre dov’è il campo per falciare l’erba. Da quel giorno in poi Franz non solo
accudiva ai suoi cavalli, ma anche alle nostre vacche, diventando così un valido aiuto per mio
padre anche nei lavori  nel campo. Franz non era tedesco, ma Austriaco, era sposato e aveva un
bambino, il suo più grande desiderio era che la guerra finisse presto per poter tornare a casa
dalla sua famiglia. Quello fu un periodo abbastanza tranquillo per noi, quando si fermavano dei
tedeschi o dei fascisti bastava chiamare Franz e lui li mandava via, un giorno imbracciò
addirittura il fucile, perché due tedeschi volevano portare via la nostra cavalla. Verso la fine di
agosto Franz tornò dal comando molto triste, a tavola ci comunicò che il giorno dopo la sua
compagnia partiva per il fronte. La mattina attaccò i cavalli alla carretta poi piangendo ci abbracciò
uno ad uno,  anche noi piangevamo. Franz per tutta l’estate del 1944 era stato il nostro angelo
custode, aveva difeso la mia famiglia come fosse la sua. Ai primi di ottobre arrivarono le truppe
alleate. Dopo la fine della guerra tornò a casa anche mio fratello. Ormai sono passati tanti anni , ma io ricorderò sempre Franz : il soldato buono

LUIGI LOLLI

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